Il termine inglese mindfulness è stato coniato per la prima volta nel 1881, significa «consapevolezza» e, più specificamente, «tornare alla consapevolezza».
Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio, definisce la mindfulness come il “prestare attenzione con intenzione al momento presente in modo non giudicante”.
Gli effetti psicologici derivanti dalla mindfulness sono molteplici: maggiore benessere soggettivo, riduzione dei sintomi psicologici e della reattività emotiva (Keng, Smoski, & Robbins, 2011).
Gli interventi basati sulla mindfulness sono trattamenti efficaci che vengono utilizzati per risolvere svariati problemi psicologici, in particolare per ridurre ansia, depressione e stress.
L’approccio della mindfulness deriva e si fonda sulla meditazione di consapevolezza e consiste proprio nel proporre un livello di pratica di meditazione adeguato e adatto alla vita di tutti i giorni.
La mindfulness dunque propone un’attitudine molto semplice, ma nella pratica questa semplicità rappresenta la vera difficoltà, in quanto ognuno di noi fatica molto nell’essere davvero semplice.
Seguendo gli esercizi proposti dalla minfulness si può sviluppare una capacità progressiva di maggiore presenza nel qui ed ora, che ci permette di vivere la ricchezza del momento presente e la pienezza del vivere.
Vivere nel qui e ora e nella pienezza dell’esperienza significa anche entrare in contatto con aspetti che non sono piacevoli, ma se accolti ed accettati senza giudizio possono dar vita ad un momento trasformativo di crescita.